Alimentazione e Ambiente: il Pianeta si salva a tavola

Alimentazione e ambiente

Oggi parliamo di alimentazione e ambiente, due elementi collegati in quanto ciò che mangiamo ha sempre un impatto sul Pianeta.

Alimentazione e ambiente, un binomio inscindibile

L’ambiente si salva a tavola.Anzi, ancora prima: a partire dal carrello.
Alimentazione e ambiente sono strettamente correlati. Pensare che basti scendere in piazza per poi continuare a cibarsi senza preoccuparsi degli effetti che il nostro cibo ha sul Pianeta è da ingenui.


La Politica ricopre sicuramente un ruolo chiave per adottare provvedimenti a favore dell’ambiente ma anche noi, nel nostro piccolo, possiamo fare moltissimo.

Vivere a “impatto 0” forse è impossibile ma certamente è possibile diminuire di molto il nostro impatto su ambiente e clima.
Il primo passo per salvare l’ambiente o, quantomeno, non contribuire alla sua distruzione, è smettere di mangiare carne, latte e derivati.

Perché il consumo di carne pesa sull’ambiente

Emissioni di Gas

Gli allevamenti intensivi, insieme alle emissioni industriali,sono tra i primi fattori alla base di inquinamento e cambiamenti climatici.
L’industria della carne, da sola, produce il 18% delle emissioni, più delle automobili. I gas emessi dagli allevamenti sono ancora più dannosi della CO2, si tratta di Protossido d’Azoto e Metano. Per produrre 1 kg di carne si producono 27 kg di gas: questo contribuisce in modo importante al surriscaldamento del Pianeta e ai cambiamenti climatici.

Consumo e impoverimento di suolo

Ma non è tutto: nutrirsi di prodotti animali ha un forte impatto anche sul suolo e sulle risorse idriche.
Infatti allevare un animale per farlo diventare bistecche, arrosti e prosciutti comporta un enorme dispendio di acqua e suolo. Basti pensare che oggi la maggior parte della carne che si trova nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO) proviene da allevamenti intensivi. Gli animali, dunque, non si nutrono ad erba come sarebbe naturale, ma vengono alimentati con mangimi fatti di soia e mais. Soia e mais vengono coltivati in colture intensive che richiedono molta acqua e impoveriscono il terreno poiché non viene praticata la rotazione e vengono utilizzati parecchi prodotti chimici per farli crescere in fretta. Infine tali colture intensive”rubano” suolo ad altre colture che potrebbero essere destinate al consumo umano.

Ad oggi il bestiame, non per sua colpa, sfrutta il 77% dei terreni presenti sul Pianeta ma produce soltanto il 17% del nutrimento destinato all’umanità. In pratica allevare il bestiame per l’alimentazione è un processo “in perdita”: si consumano più energie e risorse di quanto poi si produca.

Consumo di risorse idriche

L’impronta idrica della carne, ovvero il consumo di acqua impiegato per produrre carne, è insostenibile. Per produrre un solo Kg di carne bovina servono ben 15.400 litri di acqua. Per produrre 1 kg di legumi ne servono appena 4000. Ancor meno per produrre verdura e frutta.

Alimentazione e ambiente, come nutrirci in modo sostenibile

Esistono piccoli grandi passi che ognuno di noi può (e deve) fare per diminuire il proprio impatto sull’ambiente.

1) Eliminare  il consumo di carne, uova, latte e latticini.
2) Comprare solo frutta e verdura di stagione. Acquistare prodotti fuori stagione significa promuovere le importazioni che comportano lunghi viaggi inquinanti per l’ambiente.
3) Acquistare a km 0. In ogni città ci sono contadini o mercati di produttori o GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) dove è possibile fare un bel pieno di ortaggi freschi.

4) Evitare ortaggi provenienti da colture intensive o che causano disboscamento.
5) No agli sprechi. La parola d’ordine deve essere “riutilizzare”, proprio a partire dal cibo. I resti della cena non si buttano ma possono essere trasformati in favolose ricette del riciclo.

Alimentazione e Ambiente, come fare una spesa sostenibile

E’ importante non soltanto mangiare in modo sostenibile, cioè vegano e a Km 0. Anche il modo in cui si fa la spesa  fa la differenza.

Ecco qualche semplice accorgimento.

1) Comprare sfuso. Diciamo no agli imballaggi di qualunque tipo. Stanno prendendo piede i negozi che vendono tutto sfuso: ortaggi, legumi, cereali, semi, succhi di frutta ma anche saponi e detersivi. Basta andare lì con i propri contenitori vuoti e riempirli.
2) No all’acqua in bottiglia. L’acqua del rubinetto è controllata e, dunque, potabile. In alternativa si può acquistare la caraffa per “purificarla” da eventuali residui.
3) Quando si cuociono le verdure, i legumi, i cereali usare sempre il coperchio sulla pentola per non disperdere energia. Inoltre si può riutilizzare l’acqua di cottura per annaffiare le piante o per lavare i piatti.
4) Non utilizzare i sacchetti di plastica per la spesa. Portare sempre con sé una borsa di stoffa.
5) Sì alla doggy bag quando si esce a pranzo o a cena fuori. Farsi consegnare i propri avanzi che possono diventare nuovi pasti o, in alternativa, si possono donare ad Associazioni.
6) Riutilizzare i sacchetti di carta del pane per fare la raccolta dell’umido. Anche questa è economia circolare.

7) Non lasciarsi incantare dalle offerte per fare maxi scorte. Comprare solo ciò che serve e che si consuma. Abbracciare la Decrescita Felice, a partire dal carrello, significa vivere in modo più sostenibile e consapevole.

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