Decrescita Felice: vivere con meno per vivere meglio

decrescita felice

Oggi ci addentriamo nel mondo della Decrescita Felice, un movimento socio culturale con finalità politiche ed economiche rilevanti.

Che cos’è la Decrescita Felice

Dicesi Decrescita felice quel movimento socio culturale che invita ad abbracciare e supportare la decrescita economica con il sorriso.
Non si tratta semplicemente di accettare la recessione come un dato di fatto ma di promuovere, con iniziative e scelte di vita, la filosofia anti consumistica del “vivere con il minimo indispensabile”.


Esiste un’Associazione nazionale dedicata a questa scelta di vita, il Movimento per la Decrescita Felice, fondato nel 2007 da Maurizio Pallante. Il Movimento è nato in seno alla crisi che ha investito l’Italia da un decennio e ha saputo fare di necessità virtù dando un nuovo volto alle ristrettezze e alle rinunce che da “necessità” sono state trasformate in scelta consapevole e finalizzata a creare un nuovo modello economico e sociale.

Oggi sono presenti diversi circoli sul territorio che organizzano parecchie conferenze informative e attività.

Questa filosofia di vita abbraccia ogni aspetto dell’esistenza: dalla spesa all’abbigliamento, dai viaggi alle abitazioni. Ha riportato in primo piano una differenza essenziale che negli ultimi anni ci eravamo dimenticati: la differenza tra bisogni primari e bisogni secondari indotti; tra ciò che, effettivamente, ci serve per vivere e ciò che, invece è superfluo.
Lo scopo della Decrescita Felice è ricondurre l’essere umano all’essenza del senso della vita, ai valori della condivisione e liberarlo dalla schiavitù dei consumi, dalla dipendenza da beni superflui. Sul piano socioeconomico e politico questo Movimento vuole contrastare il consumismo portato avanti dall’economia capitalista che si fonda sulla creazione di finti bisogni e che, come abbiamo visto, negli anni conduce alla miseria le classi sociali meno abbienti.

Decrescita Felice e stili di vita sostenibili

La Decrescita promuove stili di vita contro corrente rispetto a ciò a cui siamo sempre stati abituati.
1) Incoraggia, ad esempio, la diminuzione delle ore dedicate al lavoro salariato per dedicare più tempo ad attività socialmente utili, al volontariato e alle relazioni.
2) Invita alla cooperazione e agli scambi non commerciali tra le persone.
3) Promuove l’autoproduzione di quanti più beni possibile: pane, pasta, saponi, olio, abiti, sciarpe, guanti, etc…
4) Sostiene la sostenibilità ambientale e, dunque, è contraria all’utilizzo di mezzi di trasporto altamente inquinanti come l’aereo o alle importazioni.

Decrescita Felice ed Economia Solidale

La filosofia della Decrescita Felice incoraggia i soggetti a mettere in atto, nella vita di ogni giorno, forme alternative di economia: baratto, riciclo, autoproduzione, abbandono dell’automobile.

S’inserisce a pieno titolo nell’ottica di un’Economia Circolare in quanto agli acquisti vengono privilegiati gli scambi o le riparazioni.

Spesso la Decrescita è correlata anche a circuiti di Economia Solidale come, ad esempio, le Banche del Tempo o i GAS (Gruppi d’Acquisto Solidale).
Le banche del tempo sono “depositi” in cui persone che solitamente vivono vicino mettono in prestito un po del proprio tempo e delle proprie competenze per aiutare gli altri a svolgere commissioni o mansioni di vario tipo (compiti per la scuola, pulizie di casa, massaggi, traslochi, etc…).
I GAS sono gruppi di persone che si uniscono per acquistare direttamente dai produttori. Questo modo di fare la spesa presenta diversi vantaggi:
1) comprando in gruppo i prezzi si abbassano;
2) si aiutano i piccoli produttori locali a non fallire e a non soccombere sotto i colpi della GDO;
3) acquistando prodotti locali si evita di produrre inquinamento per i trasporti.

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