Prolasso del pavimento pelvico

pavimento pelvico

Il Dottor Antonio Longo ha messo a punto un nuovo intervento per risolvere il prolasso del pavimento pelvico che causa incontinenza e stipsi.

Pavimento pelvico e incontinenza

36 milioni persone in Europa soffrono di incontinenza urinaria o fecale. Il 60% sono donne che, per vergogna non ne parlano, e si rassegnano ad uno stile di vita fortemente limitato e, spesso, fonte di disagio e depressione.

In Italia ne soffrono circa 5 milioni di persone, anche qui prevalentemente di sesso femminile.

L’incontinenza, ma anche la stipsi, sono strettamente legate alla salute degli organi pelvici.

La pelvi è una cavità che si trova sotto l’addome. Nell’uomo contiene il retto, la prostata e la vescica; nella donna il retto, la vagina, la vescica e parte dell’utero.
Sotto la pelvi stanno i muscoli pelvici, anche conosciuti come pavimento pelvico.
Se sottoposti a sollecitazioni importanti, come, ad esempio, il parto (specialmente se stimolato con l’utilizzo di farmaci), gli organi contenuti nella pelvi possono prolassare causando un abbassamento del pavimento pelvico.

Anche ansia e stress possono causare il prolasso del pavimento pelvico in quanto ostacolano normali evacuazioni e normali rapporti sessuali costringendo una costante tensione degli organi pelvici.

Per questo oggi anche molte donne giovani hanno il prolasso di almeno uno degli organi contenuti nella pelvi e ciò può generare una precoce incontinenza (prolasso della vescica) o la stipsi (prolasso del retto).

Il prolasso di un solo organo ha ripercussioni anche sugli altri: il prolasso della vagina, ad esempio, è sempre associato ad un prolasso del retto e, quindi, l’intervento correttivo dovrà tenerne conto e agire su entrambi gli organi per evitare recidive o ulteriori operazioni.

Intervento per correggere il prolasso del pavimento pelvico

Il Dottor Antonio Longo, Presidente Onorario SIUCP, Società Italiana Unitaria di Colonproctologia e Direttore del Centro Europeo di Colonproctologia e Patologie Pelviche dell’Ospedale St. Elisabeth di Vienna, è l’unico chirurgo italiano la cui biografia è riportata sulla rivista medica mondiale di chirurgia colorettale.

Dottor Antonio Longo pavimento pelvico

Egli ha messo a punto un intervento innovativo e dalle elevatissime percentuali di successo (ben il 98%) per correggere il prolasso del pavimento pelvico.

Fino a qualche anno fa i ginecologi, per porre rimedio al prolasso degli organi contenuti nella cavità pelvica e, di conseguenza, del pavimento pelvico, praticavano l’isterectomia, ovvero la rimozione dell’utero.
Questo intervento comportava una grave menomazione sia fisica sia psicologica e, soprattutto, non risolveva il problema fino in fondo in quanto poneva rimedio al prolasso della vagina ma non a quello del retto o della vescica.

La nuova procedura messa a punto dal Professor Longo, si chiama POPS, Pelvic Organ Prolapse Suspension, ed è completamente diversa. Prevede l’inserimento di una benda di sospensione a livello sottoperitoneale con un approccio laparoscopico (tre accessi con un diametro inferiore al centimetro) che consente di riposizionare gli organi nella loro posizione anatomica e l’utero viene sempre conservato (eccetto casi di cancro o fibromi).

Vantaggi della POPS

La conservazione dell’utero evita tutti i disturbi fisici e psicologici che si verificano in caso di asportazione dell’organo.
Le donne potranno continuare ad avere un’attività sessuale normale e soddisfacente e, se in età fertile, potranno continuare ad avere figli.

Dal punto di vista fisico si eviterà lo scivolamento verso il basso di tutti gli organi del bacino che si verifica quando l’utero viene asportato e che causa incontinenza.

Questo intervento è in grado di risolvere contemporaneamente la discesa di vagina, vescica e retto e cura anche immediatamente incontinenza e stipsi.

La durata della POPS è di 40-45 minuti, la degenza di 3 giorni e dopo 15 giorni si possono riprendere le normali attività. L’intervento è mininvasivo ed è quasi indolore.
Le recidive sono in media del 2% contro il 33% delle procedure ginecologiche tradizionali.

Per maggiori info: http://drantoniolongo.it/

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