Vaccini: siamo davvero sicuri che siano utili?

 

In questo articolo, il Dr. Stefano MONTANARI, mette in evidenza il frutto di anni di studi e ricerca dedicato al mondo dei vaccini.

Quando l’istanza è nebulosa e, magari, non proprio confessabile, la prima cosa da fare è trovare un nemico da combattere. Se non c’è, basta inventarne uno e la cosa è fatta: l’esercito delle pecore seguirà belando le proprie invettive. Nel caso specifico il nemico sono io. Lo sono davvero?

Mi occupo di ricerca medica da 44 anni e qualcosa ne è uscito in termini di conoscenze. Malauguratamente, e fu solo perché più o meno una dozzina di anni fa l’università tedesca di Mainz lo chiese, nell’ambito di quelle ricerche cominciai con mia moglie ad analizzare i vaccini.

Per me fu uno shock!
I vaccini, che avevo imparato a venerare ai tempi dell’università, sono un’invenzione brillante della medicina risalente a tempi remoti (molto prima di Jenner) e il razionale su cui si basano non fa una piega. In soldoni, io do ad intendere all’ organismo di contrarre una malattia e quello produce gli anticorpi del caso, cosicché sarò immune da quella malattia .

Tutto bello: peccato che non sia esattamente così.
Il trucco biologico che chi vaccina cerca di mettere in pratica, consiste nell’introdurre nell’organismo l’agente patogeno in una forma tale da non scatenare la malattia in tutta la sua virulenza ma semplicemente calibrandolo per ottenere solo la produzione degli anticorpi. Come tutti i trucchi, però, nemmeno questo funziona sempre: in una certa quota dei soggetti praticamente impossibile da prevedere non funziona affatto e non si ottiene nessun risultato, mentre in un’altra quota si provocano degli effetti indesiderati. Nessuna meraviglia: accade per qualunque farmaco.

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